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"Abbiamo incontrato Bergman tre volte, il 14, 15, e 16 marzo dalle quattordici alle sedici; il rituale era sempre lo stesso: Bergman ci faceva da guida fra i meandri del teatro fino alla piccola anticamera del suo ufficio contrassegnata da una piccola targa in cuoio «Ingmar Bergman - Regissör». Qui, ci sedevamo intorno a un tavolo basso e chiacchieravamo di tutto un po'. Interessato al cinema francese, sondava i nostri punti di vista, ci interrogava su alcuni film recenti, ci parlava dei suoi progetti teatrali. Poi, facevamo partire i registratori, due piccoli mangiacassette antidiluviani che entrambi osservavamo di tanto in tanto con i sudori freddi. Lui distendeva i piedi su uno sgabello, si allungava all'indietro e rispondeva - o evitava di rispondere - con molta attenzione e precisione." (Gli autori)